lunedì 12 aprile 2021

Tarentum

Non è bella la vita
dei pronipoti di Sparta
tra le stimmate della diossina
e le polveri sottili
e i miraggi di chi promette calende greche.

Eppure
non si muore solamente
all’ombra dei serpenti di fumo
che sgusciano dalle torri.

Fa capolino dall’orizzonte
un Sole-Giano bifronte
portatore di speranze
e di dolori.
I suoi raggi
come pennelli
dipingono d’argento
la tela blu dei due mari
e indorano i torrioni
del vecchio castello
e lo scheletro di ferro
del ponte.

S’agitano le palme
come immense mani verdi
che sperano di essere viste
da un Dio, se mai v’è lassù.
Nel piazzale
sotto lo sguardo arcigno
di un filosofo di pietra
giocano bimbi ignari,
che non sanno di essere
astragali gettati da un bimbo
chiamato Caso
sotto un cielo di carne palpitante,
mentre le cure di un museo
custodiscono
i fasti della Magna Grecia.

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