lunedì 15 marzo 2021

Deuteranopia

«Qui una volta era tutta
campagna…»
Frase fatta e finita
ma nelle pieghe della banalità
non si celano forse
le verità
più profonde?

Immaginiamo insieme,
tu e io,
sotto questi dorsi d’asfalto
e questi simulacri di edilizia moderna
l’erba che fu,
la pianura infinita a perdita
 d’occhio che sfuma
nell’orizzonte sanguigno
tra i ragli dei ciuchi
e i muggiti di pleistocenici pachidermi,
l’emozione del primo umano
che pose i calcagni
dove ora svetta il semaforo guasto,
e prima ancora
la distesa di sale
dove si dibattevano nella vana
corsa alla vita
banchi di ammoniti,
plesiosauri, ittiosauri,
grotteschi selaci lovecraftiani,
tutti parimenti perdenti
nel gioco insensibile dell’evoluzione.

Risalendo il gran fiume del tempo
forse disseteremo
l’atavica siccità che arde
i nostri petti
come il sole d’agosto
brucia i campisanti degli ulivi.

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