Il centauro calvo giace riverso nel proprio sangue sull’asfalto. Dalla voragine aperta sul lato destro del cranio colano pezzi d’osso, meninge e materia cerebrale.
I suoi occhi spalancati mi ricordano quelli di Trisha, benché siano castani e non verdi. Incredibile come occhi di persone diverse, magari di colori diversi, si assomiglino tutti nella morte. Così come si assomigliano i loro cervelli, le loro ossa, la loro carne martoriata dalla mano dell’assassino.
Fracassargli la scatola cranica mi ha dato un piacere che non provavo da tanto, da… da quando ho ammazzato Trisha e Sharon, direi. Solo che stavolta si è aggiunto un ulteriore dettaglio perverso: ho ancora meno cose da perdere. Io sono un puro spirito, il corpo che manovro è di un altro. Se sarò arrestato, la condanna colpirà Ramirez, non me. Se sarò assalito dai compari dell’ucciso, morirà Ramirez, non io.
Nella via deserta risuona il plic! plic! del sangue che cola dal tubo che ancora stringo in mano, almeno finché non è sommerso dall’ennesimo urlo della puta che era in compagnia del thug boy ap-pena ammazzato. Se ha un grammo di cervello, sarà andata a chiamare rinforzi.
Not bad! Io resto qui, non vado da nessuna parte. Mandatemi contro tutti i tipi armati che volete! Risponderò loro per le rime, e quando avranno ridotto questo mio corpo a una poltiglia irriconoscibile andrò alla ricerca di un altro ospite da possedere.
Neo-Roma è piena di menti deboli. E io sto iniziando a scoprire come servirmene.
sabato 5 giugno 2021
La condanna: parte 4
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