La notte mi sorprende
ancora.
Sbadigliando
la luna sorge pigra
con le sue corde di luce.
Attendo i ricordi.
L’animo mio gorgoglia:
le onde s’intrecciano,
il sangue freme,
il cuore è vento e pioggia e brina.
S’innalzano in me
esplosioni di suoni,
emozioni,
passioni.
E vivo sogni
dove risplendono
frammenti
iridati di speranza
levigati
dal disinganno della vita.
S’accende
un canto lontano,
una nota trafiggente.
Poi nulla.
Tutto rapido tramonta.
Incendi dell’anima
sulla stoffa della memoria
divampano
pensando a te,
femminea dionea divoratrice di amori.
E pensando
all’oscuro
splendore dei tuoi occhi d’ossidiana
l’anima si perde e langue
e la mente ripercorre
con abbandono adorante
con le mani – martelli di agili dita –
i sentieri
del tuo desiderio.
Raccontami
ancora una volta
della tua solitudine
e io della mia,
e insieme perdiamoci
in calde memorie
e oscuri palpiti dell’animo.
Ma tu non sei più qui.
E il coniglio lunare
mi guarda
da lassù
beato come un bonzo
atarassico nel Nirvana del cosmo,
mentre io
deliro
inverecondo
nel cuore della notte
bruciando
mormorando
all’infinito di stelle e mondi
i lacerti di una reminescenza.
Nel fragore d'un silenzio d’argento
il mio urlo silenzioso
si leva
dal cuore del mondo
e pellegrino va
sui sentieri della memoria.
Attendo i ricordi.
Singhiozzando
un’altra Selene
si congeda dal suo Endimione
e si fa Ecate
nell’eclisse
sempiterna della notte primigenia.
La notte mi sorprende.
lunedì 18 gennaio 2021
Nel fragore d'un silenzio d'argento
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento