lunedì 18 gennaio 2021

Nel fragore d'un silenzio d'argento

La notte mi sorprende
ancora.
Sbadigliando
la luna sorge pigra
con le sue corde di luce.

Attendo i ricordi.

L’animo mio gorgoglia:
le onde s’intrecciano,
il sangue freme,
il cuore è vento e pioggia e brina.
S’innalzano in me esplosioni di suoni,
emozioni,
passioni.
E vivo sogni
dove risplendono frammenti
iridati di speranza levigati
dal disinganno della vita.

S’accende un canto lontano,
una nota trafiggente.

Poi nulla.

Tutto rapido tramonta.
Incendi dell’anima
sulla stoffa della memoria
divampano pensando a te,
femminea dionea divoratrice di amori.
E pensando all’oscuro
splendore dei tuoi occhi d’ossidiana
l’anima si perde e langue
e la mente ripercorre con abbandono adorante
con le mani – martelli di agili dita – i sentieri
del tuo desiderio.
Raccontami ancora una volta
della tua solitudine e io della mia,
e insieme perdiamoci in calde memorie
e oscuri palpiti dell’animo.

Ma tu non sei più qui.
E il coniglio lunare mi guarda
da lassù
beato come un bonzo atarassico nel Nirvana del cosmo,
mentre io
deliro inverecondo nel cuore della notte
bruciando mormorando
all’infinito di stelle e mondi
i lacerti di una reminescenza.

Nel fragore d'un silenzio d’argento
il mio urlo silenzioso si leva
dal cuore del mondo e pellegrino va
sui sentieri della memoria.
 Attendo i ricordi.
Singhiozzando un’altra Selene
si congeda dal suo Endimione
e si fa Ecate nell’eclisse
sempiterna della notte primigenia.

La notte mi sorprende.  

Nessun commento:

Posta un commento